Pillole di “Attraversare i muri”

Luigi Poderico
3 min readAug 28, 2020

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Estratti dal libro “Attraversare i muri: un’autobiografia” (Italian Edition). Bompiani. Edizione del Kindle, di Marina Abramović

È successa l’arte.

“Se diventi così brava con la mano destra da riuscire a fare un bel disegno a occhi chiusi, devi subito cominciare a usare la sinistra per evitare di ripeterti.”

“Non devi compiacerti di avere troppe idee. Se sei un bravo artista, può darsi che tu abbia un’idea buona; se sei un genio, può darsi che tu ne abbia due. Punto.”

C’è una parte rilevante di me che è eccitata dall’ignoto, dall’idea di correre rischi.

Ciò con cui convive ciascuno di noi, il piccolo sé che siamo in privato, una volta che entriamo nello spazio della performance si colloca in un sé superiore, e non siamo più noi stessi. Non è il sé che conosciamo. È qualcos’altro.

Il dolore era come un muro che avevo attraversato uscendo dall’altro lato.

ero convinta che l’arte dovesse essere disturbante, dovesse porre domande, dovesse predire il futuro.

Solo significati stratificati possono dare lunga vita all’arte: in questo modo, la società prende ogni volta dall’opera ciò che le serve.

se non ci fossero artisti, non ci sarebbero musei.

per raggiungere un obiettivo, devi dare tutto fino a non avere più nulla. A quel punto l’obiettivo si realizzerà da solo. È molto importante. È il motto di ogni mia performance. Do ogni grammo di energia, e poi le cose succedono, oppure no. Per questo non do retta alle critiche. Mi interessano solo quando so di non avere dato il cento per cento. Ma se do tutto — e a volte do il centodieci per cento — possono dire quello che vogliono.

Disse che si possono dire le verità più terribili se prima si apre il cuore umano con l’umorismo. Altrimenti il cuore si chiude e non entra nulla.

I fallimenti sono molto importanti. Li trovo sempre molto significativi. Dopo un flop, entro in una profonda depressione in una parte oscura del mio corpo, ma presto torno alla vita, pronta a qualcos’altro.

Se fai esperimenti, è inevitabile sbagliare. Sperimentare significa andare in territori dove non sei mai stato, dove il fallimento è molto probabile. Come fai a sapere che ce la farai? Per prima cosa bisogna avere il coraggio di affrontare l’ignoto.

In ogni posto, cominciavo sempre con un seminario per gli studenti. Lo scopo era insegnare resistenza, concentrazione, percezione, autocontrollo, volontà, confronto con i limiti fisici e mentali. Questo era il nocciolo di ciò che volevo trasmettere.

Dopo tre mesi, prendo solo le idee finite nel cestino. Non guardo neanche le idee che piacevano. Il cestino, infatti, è un tesoro, una miniera delle cose che hanno paura di fare.

“Non è importante ciò che fate, è importante la condizione mentale con cui lo fate.”

Se vediamo l’arte come qualcosa di isolato, di sacro e di separato da tutto, significa che non è vita. Mentre l’arte deve essere parte della vita, deve essere di tutti.

Tutti noi dobbiamo arrenderci ai cambiamenti, e la morte è il più grande cambiamento di tutti.

Mi venne da riflettere su come guerra e violenza portino l’uomo al vuoto spirituale.

“Solo quando si impara a perdonare, si può smettere di uccidere. Perdonare un amico è facile; è molto più difficile perdonare un nemico.”

Da un lato, immagino che la gente non guardi mai a fondo dentro di sé. Tutti noi cerchiamo, per quanto possibile, di evitare questo confronto.

Non potevi andare da nessuna parte se non dentro di te. E il punto era questo. La gente trabocca di dolore e tutti cerchiamo di ricacciarlo giù. E se reprimi per troppo tempo il dolore emotivo, questo diventa dolore fisico.

Cominciai a essere sempre più convinta che l’arte deve essere vita — deve appartenere a tutti. Sentivo, con un’intensità mai provata prima, che ciò che avevo creato aveva uno scopo.

Sono ardentemente convinta che se hai il dono di creare non ti è consentito ucciderti, perché è tuo dovere condividere con gli altri questo dono.

Penso che sia essenziale includere la morte nella propria vita, pensarci ogni giorno. Non c’è idea più sbagliata di quella di essere permanenti. Dobbiamo capire che la morte può bussare in qualunque momento, e quindi bisogna essere pronti.

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Luigi Poderico
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Written by Luigi Poderico

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