Racconto strambo — Segreti e consigli di un artista
La saggezza dell’artista gli consentì di accollarsi la piena responsabilità di tutti gli errori commessi, migliorando così ogni volta.
La discrezione dell’artista era tale che, nello schizzo di nudo femminile, il volto della modella era sfumato. Il suo lavoro era di una bellezza estrema, che nasceva da anni di studio e sperimentazione. I fogli e le tele ammucchiate erano così tanti da poter costruire una barricata attiva contro la mediocrità ed un ponte verso l’eccellenza. La saggezza dell’artista gli consentì di accollarsi la piena responsabilità di tutti gli errori commessi, migliorando così ogni volta. Specialmente nei primi tempi, pur di non abbandonare il suo cammino verso l’eccellenza nel disegno, il lavoro di venditore ambulante lo aiutò a sostenersi economicamente e a conoscere le persone che si fermavano al suo carretto. Ne studiava le forme del viso, dei capelli, dell’intero corpo e come si relazionava nello spazio. Per poi riversarli su carta la sera, dopo essere rientrato a casa.
Mi chiamo Adam Northwich, sono l’autore degli schizzi di nudo femminile, forse, più apprezzati al mondo. Sono nato in un piccolo villaggio della Gran Bretagna, dove le giornate di sole sono un po’ l’eccezione che la norma. Probabilmente anche tu vorresti chiedermi se la mia arte è un dono innato. In realtà, sono nato bambino come tutti gli altri. Ho seguito per molto tempo la via del medio: né troppo né troppo poco. Più o meno come facevano tutti. Poi, un inverno, dovetti rimanere a casa per molto tempo a causa di una grave polmonite. E fu sul divano di casa che incominciai a maneggiare i fogli di carta e le matite. Da quel momento ho costruito un percorso non semplice, che mi ha portato ad essere l’artista che ora sono. Ripensando ai pomeriggi spesi sul divano, penso e mi auguro dovendo scegliere tra salute ed arte, cosa perdere, preferirei la salute.
Nel corso della mia vita ho avuto tanti mentori. Quello principale, che mi ha aiutato a costruire le basi della mia arte e della mia persona, è stata la mia mamma. Il consiglio, che allora considerai molto insolito, me lo disse proprio mentre imparavo a disegnare sul divano con la polmonite. “Ricorda Adam”, mi disse, “con chi passi il tuo tempo determina quanto lontano potrai andare. Quel consiglio rimase per me poco chiaro e mi sarebbe voluto il ministero della complicazione affari semplici per poterlo decifrare. Da grande ho poi capito molto bene cosa mi voleva dire la mia mamma. Ho avuto molte riprove pratiche del principio, che ho battezzato del prefisso. Sì perché se ad un numero di telefono antepongo lo 02, non potrò mai parlare con qualcuno di Roma, che vuole lo 06. Lo stesso, metaforicamente, vale per le persone con cui passi il tuo tempo: ognuno ha una sua direzione. E per andare lontano devi decidere di stare con chi segue la tua stessa direzione.
Anche mio padre è stata una persona molto importante per la mia crescita, sia come uomo che come artista. Quando non voleva vedere nessuno per rimanere da solo nella sua tana, aveva un segnale per sbarrare la strada: accendeva il suo sigaro toscano che accompagnava con chicchi di caffè tostato ricoperti di cioccolato fondente. Ma quando era fuori dalla sua tana, amava proclamare la sua domanda aurea: “secondo te qual è la prima regola per vivere una vita felice?” Ad un certo punto capii il valore di questa domanda, perché ognuno aveva la sua personale risposta. E tutte erano giuste. Allora eccone alcune: mantenere un atteggiamento positivo; essere felici delle piccole cose che accadono; fai ciò che ti piace e rendi il tuo futuro migliore; la gratitudine; fai quello che ti piace; non pensare troppo. Insomma, la domanda aperta di mio padre mi aveva insegnato che non c’è una risposta unica alle questioni importanti della vita.
La carriera dell’artista arrivò inattesa e forse solo inconsciamente cercata. Per parecchi anni il tono della mia vita rimase nella media, avendo deciso di perseguire la via del posto fisso. Mi piaceva ancora disegnare, ma quasi lo facevo di nascosto, perché avevo il timore di essere giudicato come la persona che, già adulta, si comportava ancora da bambino. Sentivo però una insoddisfazione di fondo, alla fine, mi fece scartare la vecchia via per cercare il vero senso della mia esistenza. Non è tanto fare l’artista, ma quanto il senso di appagatezza dell’atto creativo che mi fece pendere nella direzione che, con il senno di poi, posso giudicare la migliore per me. Realizzare un disegno mi concede la possibilità di immergermi nei miei pensieri più profondi. Proprio come un sub, posso esplorare il fondo di un oceano di sogni, idee e desideri. La cui ricchezza mi fa supporre che siano dell’umanità intera, piuttosto che solo i miei.
Questo contatto così profondo è forse la ragione per cui i miei disegni sono così apprezzati da un vasto pubblico. Se prima me la cavavo, con il diluire l’arte nella mediocrità, ora posso dire che ho trovato una traiettoria di eccellenza riunendo in gruppo le migliori muse ispiratrici. Sono certamente loro che mi hanno fatto scampare da una vita non vissuta con la forza della creatività.
La soddisfazione economica arrivò quando capii che mi stavo imponendo una tassa salata. Tenevo basso il mio valore solo perché qualcuno potesse permetterselo. Non era facile trovare il giusto orientamento, perché pare ci sia un disegno complesso e pieno di dettagli, il cui unico scopo è determinare stati di moda. Centri di attrazione a basso potenziale.